Cristiana Pedersoli e Antonella Privitera si incontrano in questa seconda edizione di Rome Art Week e aprono le porte del piano terra al Civico n° 24 di Via Archimede per presentare i loro nuovi lavori.
Cristiana e Antonella sono due personalità che nella vita si rivelano simili sotto degli aspetti caratteriali non evidenti per chi non le conosca almeno un po’. Due donne generose nel dare, fare, supportare e sopportare. Entrambe non lo danno a vedere e ciascuna a modo proprio sa come mascherare i dispiaceri e controllare le gioie che condividono solo con le persone più vicine.
Questa premessa è indispensabile per comprendere come il loro essere artiste e da qui la decisione di presentarsi assieme in questa data inaugurale del RAW del 9 ottobre, non sia scollegata o semplicemente separata dal loro essere donne, madri e mogli, ma al contrario le trovi coese entrambe verso un’instancabile ricerca artistica che le accomuna e che ormai si identifica come parte inscindibile delle loro esistenze.
Antonella Privitera prosegue la sua ricerca costruendo vorticose architetture con i materiali da lei prescelti quali il metallo e il legno e lo fa arricchendole di nuovi elementi che inseriti in modo aggettante trasformano i suoi quadri in delle pitto-installazioni come matrici inconfondibili di uno stile che insieme a questo suo manifestarsi sotto una diversa forma stilistica, intende comunicare la nuova poetica scaturita da anni di approfondimento della dottrina buddhista e quindi basata sulla consapevole apertura – intesa anche come tolleranza –verso il prossimo a cui si aggiunge un desiderio quasi assoluto di riappacificazione nella predicazione semplice e sintetica di Namasté la mia anima saluta la tua anima, percorribile attraverso ponti, che al pari di una mano tesa, possono ricondurre gli uni agli altri e far rinascere nuovi rapporti umani.
Cristiana Pedersoli, dopo una prima fase pittorica la cui ricerca ha proseguito solo in parte per questa seconda edizione RAW, dona adesso un diverso respiro al suo modo di scolpire. Se prima il pensiero di questa artista era riferito ai “Légami” e alla duplice accezione di questa parola di cui lei stessa ne diventava l’emblema, ora esprimendone l’aspetto affettivo ora soffocandolo in quello costrittivo e viceversa, in un vortice confuso e spesso doloroso, oggi con le sue sculture Cristiana Pedersoli porta avanti un messaggio dalla forma positiva, saldata e definita all’interno di questo nuovo Universo di cui ella ne è il fulcro. Le fasce di ferro delle sue sculture che finalmente librano nell’aria, assumono una diversa vita dietro le sembianze di piccoli e vulnerabili esemplari del mondo animale o naturale, totalmente refrattarie alle passate interpretazioni suscettibili al mutamento. Cristiana Pedersoli realizza oggi sculture che colloca in contesti immaginari e variabili, in esatta corrispondenza con quelli che sono i suoi umori personali. Le sue opere infatti sono bisognose di spazio, aria e luce, al pari di un fiore o un animale come nella reciproca ricerca di libertà. Ma anche di liberazione, scioglimento: lunghe strisce di metallo arrugginito a testimonianza del tempo trascorso e ben speso, abbandonano i nodi in cui erano costrette agognando una nuova vita,
Due donne Antonella Privitera e Cristiana Pedersoli, due vite vissute in modo intenso e non scontato, un’energia che le accomuna nel loro essere due personalità vincenti. E un’arte che ne riflette il percorso, che si trasforma di pari passo assieme alle loro appassionate ricerche.
Miriam Castelnuovo